Rifiuti Utili
(Approfondimento UDA Rifiuti 2 A, a.s.
2019/2020
Rifiuti: quali e quanti sono e come sono
gestiti
I rifiuti vengono classificati secondo la loro
origine e pericolosità. La loro composizione è importante perché da essa
dipenderà la loro destinazione finale. Secondo l’origine si dividono in Rifiuti
Urbani e Rifiuti Speciali.
I RIFIUTI URBANI (RSU) sono
quelli provenienti da insediamenti civili. Fanno parte di questa categoria i
rifiuti domestici, anche ingombranti, i rifiuti provenienti dalla pulizia delle
strade o abbandonati in aree pubbliche, di qualsiasi natura e provenienza e i
rifiuti vegetali derivati da giardini, parchi e cimiteri.
I RIFIUTI SPECIALI sono quelli
che derivano dalla lavorazione industriale o da attività commerciali, quelli
derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti
da trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da
abbattimento di fumi, quelli derivanti da attività sanitarie, macchinari e
apparecchiature deteriorati e obsoleti, veicoli a motore, rimorchi e simili
fuori uso e loro parti.
Dal punto di vista delle loro caratteristiche,
invece, possiamo distinguere i rifiuti in PERICOLOSI e NON PERICOLOSI.
La pericolosità, valutata in laboratorio con
apposite analisi, consiste nel contenere al loro interno un’elevata dose di
sostanze potenzialmente inquinanti e tossiche per la salute e l’ambiente.
Ciò fa sì che questi rifiuti debbano essere
trattati e gestiti diversamente dagli altri per ridurre drasticamente la loro pericolosità.
I rifiuti urbani pericolosi (RUP) comprendono soprattutto medicinali scaduti e
pile mentre i rifiuti speciali pericolosi derivano da attività produttive e
processi chimici come la raffinazione del petrolio, l’industria fotografica e
quella metallurgica, la produzione conciaria e tessile, gli impianti di
trattamento dei rifiuti e la ricerca medica e veterinaria.
Tra questi rifiuti ci sono oli esauriti e
solventi, batterie, vernici e inchiostri.
Il pericolo rappresentato da questi rifiuti
può essere di vario tipo. Possono essere esplosivi, facilmente od estremamente
infiammabili, irritanti e nocivi, tossici o ecotossici, corrosivi o ossidanti,
cancerogeni, infatti, mutageni (cioè inducono cambiamenti genetici), teratogeni
(possono causare alterazioni nello sviluppo del feto), ecc...
Dal 2002 è entrato in vigore il Catalogo
Europeo dei Rifiuti (CER) che attribuisce dei codici numerici, composti da 6
cifre riunite a coppie, che identificano un rifiuto sulla base della sua
origine; i codici, in tutto 839, sono inseriti all’interno dell’“ELENCO DEI
RIFIUTI” istituito dall’Unione Europea. In Italia la gestione dei rifiuti è
oggi regolamentata dal Testo Unico Ambientale d.lgs. 152 del 2006 e successive
modifiche (tra queste il d.lgs. 205/2010 che ha attuato la Direttiva Europea
sui rifiuti 98/2008). Questo testo non definisce solo il rifiuto in quanto tale
e il suo smaltimento, ma pone anche gli obiettivi e i traguardi da raggiungere
per ridurre la produzione dei rifiuti negli anni futuri.
Quanti rifiuti produciamo?
I dati presentati nel Rapporto Rifiuti 2018 di
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) indicano
che la produzione di rifiuti sta diminuendo (meno di 30 milioni di tonnellate)
su tutto il territorio nazionale. Il quantitativo pro-capite è di circa 550 kg.
Come vengono gestiti i rifiuti?
In Italia i dati relativi alla produzione e
gestione dei rifiuti (sia urbani che speciali) è raccolta ed elaborata da
ISPRA, che pubblica ogni anno un Rapporto specifico sul proprio sito
www.ispra.it
Il Rapporto che abbiamo citato sopra (2018)
riporta che quasi tutti i rifiuti raccolti vengono differenziati.
Nel 2017 la raccolta differenziata in Italia
ha raggiunto la percentuale di 55,5%. Più alti i valori al Nord (66,2%), più
bassi al Sud (41,9%), mentre il Centro Italia si colloca poco al di sotto della
media nazionale (51,8%).
Per molti comuni, però, risulta ancora lontano
l’obiettivo del 65% che secondo la normativa doveva essere raggiunto nel 2012.
Le norme nazionali (d.lgs. 152/2006) fissano infatti obiettivi crescenti di
percentuali di raccolta differenziata a partire dal 2006 che sono: almeno il
35% entro il 2006 almeno il 40% entro il 2007 almeno il 45% entro il 2008 almeno
il 50% entro il 2009 almeno il 60% entro il 2011 almeno il 65% entro il 2012.
Sempre le norme nazionali dicono che entro il 2015 la raccolta differenziata
deve essere organizzata almeno per vetro, plastica, carta, metalli e la
Direttiva Europea recepita dall’Italia con il d.lgs. 205/2010 fissa come
obiettivo l’avvio al riciclo di almeno il 50% di questi materiali entro il
2020.
Le regole dei rifiuti
La gestione dei rifiuti costituisce attività
di pubblico interesse.
I rifiuti vanno gestiti senza pericolo per la
salute dell’uomo.
Procedimenti e metodi per la gestione dei
rifiuti non devono determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna e
la flora. La gestione dei rifiuti non deve causare rumori o odori sgradevoli.
La gestione dei rifiuti non deve danneggiare
il paesaggio e i siti di particolare interesse.
La gerarchia europea: le 4R
1° Ridurre la quantità dei rifiuti prodotti
2° Riutilizzare i rifiuti prodotti
3° Riciclare i rifiuti, trasformandoli in
altri prodotti (riciclo di materia)
4° Recuperare i rifiuti dal punto di vista
energetico.
La discarica è l’ultimo gradino: solo se non
sono possibili altre soluzioni.
Vogliamo, a questo punto, addentrarci nei
“meandri” della raccolta differenziata….
Cerchiamo di capire quali sono le varie
tipologie di rifiuti che possono essere differenziate e, successivamente,
recuperate/riciclate
I rifiuti solidi urbani possono essere
distinti in varie tipologie a seconda della loro provenienza, della
composizione, del grado o meno di
pericolosità.
Una prima distinzione può essere fatta tra
imballaggi, frazione organica e rifiuti indifferenziati.
Gli imballaggi.
Un imballaggio è tutto ciò che permette di
racchiudere e proteggere e conservare la merce. L’imballaggio ha anche la
funzione di “raccontare” che cosa racchiude e dare informazioni utili sulle
caratteristiche, la conservazione e tutto quanto è necessario sapere (anche per
rispettare determinate norme) su un determinato oggetto.
Oggi quasi un terzo dei rifiuti domestici è
costituito da rifiuti di imballaggio, che sono realizzati con materiali diversi
che devono essere selezionati per avviarli a riciclo.
Le aziende produttrici di imballaggi si sono
da tempo attivate sul fronte della ricerca sia per ridurre la quantità di
materiali utilizzati per produrre gli imballaggi, sia per identificare
soluzioni che intervengano nella fase di progettazione dell’imballaggio
evitando la presenza di materiali inquinanti e riducendo la quantità di
materiale impiegato così da rendere più facile il recupero e il riciclo. Perché
prevenire è meglio che curare!
Il vetro.
Il vetro si ottiene fondendo
una miscela di silice, carbonato di sodio e di calcio. L’ingrediente base è la
silice (sabbia di cava) che costituisce il 70% del composto. Il vetro è un
ottimo materiale per imballaggi: è considerato il contenitore ideale per gli
alimenti perché è inerte e resistente al caldo e permette quindi di conservare
gusto e aromi, oltre a permettere di sterilizzare e pastorizzare i cibi. È
un’ottima barriera per gli agenti inquinanti, è resistente, isolante,
trasparente ed è anche riciclabile. Il vetro mantiene infatti inalterate le sue
qualità, anche dopo numerosi trattamenti di riciclo.
Gli imballaggi di vetro
provenienti dalla raccolta differenziata vengono portati negli appositi
impianti di selezione dove vengono separati dai corpi estranei, puliti e divisi
per colore. Il materiale è poi ridotto in piccole pezzature omogenee per poter
essere nuovamente lavorato nelle vetrerie. Qui viene frantumato e mescolato al
materiale grezzo, quindi inviato ai forni di fusione per ottenere pasta di
vetro che servirà per produrre nuovi contenitori.
Il 60% delle bottiglie
prodotte in Italia sono fatte con vetro riciclato, ma dato che nel nostro paese
non si raccoglie vetro separando i diversi colori, i contenitori che si
ottengono dalle operazioni di riciclo sono solo di colore giallo o verde. Il
rottame di vetro misto non è utilizzabile infatti per la produzione di vetro
bianco. Riciclare il vetro permette di ridurre molto le attività di cava (per
la raccolta delle sabbie per fare il vetro), di evitare la produzione dei
residui tossici della fusione e di risparmiare un considerevole quantitativo di
energia (per fare il vetro si usano forni ad altissima temperatura).
CURIOSITA’
Il vetro è un materiale riciclabile al 100% e per innumerevoli volte.
Utilizzando 100 kg. di rottami di vetro si ricavano ben 100 kg. di prodotto
nuovo, mentre occorrono 120 kg. di materie prime vergini per avere 100 kg. di
prodotto nuovo.
La
plastica
È più corretto parlare di
plastiche anziché di plastica, perché ne esistono di tante tipologie diverse.
La caratteristica comune è
quella di essere sostanze artificiali prodotte dall’industria utilizzando
soprattutto petrolio oltre che gas naturale e carbone per l’energia. Sono
costituite dall’aggregazione di molecole dette monomeri in macromolecole più
grandi dette polimeri, cui vengono aggiunte sostanze chimiche per fornire le
diverse caratteristiche richieste.
Esistono tanti tipi di
plastiche diversi tra loro per aspetto, caratteristiche e destinazione d’uso ma
la caratteristica comune è quella di essere resistenti, leggere, lavabili,
economiche e facilmente riproducibili in serie. Sono funzionali anche per la
conservazione dei cibi.
Le caratteristiche della
plastica rendono questo materiale molto adatto a divenire un imballaggio per il
contenimento e il trasporto dei prodotti alimentari, ed altri prodotti non
commestibili.
Il 90% dei contenitori di
prodotti liquidi per la pulizia della casa e per l’igiene personale sono di
plastica.
Nei rifiuti urbani e
assimilati si trovano ogni anno circa 5 milioni di ton di materie plastiche, il
40% delle quali è costituito da imballaggi.
I rifiuti degli imballaggi di
plastica vengono trasportarti in balle miste agli impianti di selezione e primo
trattamento, dove sono separati da altri componenti con sistema automatico
mediante detector. Il materiale selezionato viene confezionato in balle di
prodotto omogeneo e avviato al successivo processo di lavorazione, il riciclo,
che consente di ottenere da questi rifiuti, nuove risorse.
Da questa prima fase di
riciclo meccanico si ottengono granuli che saranno utilizzati per la produzione
di nuovi oggetti. La qualità della plastica così ottenuta è molto importante ed
è migliore se in partenza è tutta dello stesso tipo; diversamente si ottiene un
materiale eterogeneo, meno pregiato ma altrettanto resistente.
CURIOSITA’
Con 27 bottiglie di plastica si confeziona una felpa in pile. Una
bottiglia di plastica del peso di 50 grammi può produrre, attraverso termovalorizzazione,
l’energia necessaria per tenere accesa una lampadina da 60 Watt per un’ora. Con
67 bottiglie dell’acqua si fa 1 imbottitura per un piumino matrimoniale. Con 45
vaschette e qualche metro di pellicola in plastica si fa 1 panchina. Con 11
flaconi di detersivo si fa 1 annaffiatoio
La
carta
La carta è un sottile strato
di fibre di cellulosa intrecciate da varie sostanze aggiuntive come collanti,
coloranti e sostanze minerali. La materia prima della carta è la cellulosa, una
pasta ricavata dal legno di alberi e liberata dalla lignina, la sostanza che dà
durezza e rigidità al legno. Ma per fare la carta si possono utilizzare anche
riso, lino, cotone, seta, stracci, mais, luppolo, alghe ed altri materiali. Per
liberare il legno dalla lignina si usano vari metodi che danno luogo a tipi di
paste diverse: cellulosa pura, pasta chimica, pasta meccanica, da cui dipendono
la qualità e le prestazioni della carta che si otterrà.
Per produrre 1 tonnellata di
carta ci vogliono da 2.0 a 2.5 tonnellate di legname, ma oltre il 50% della
cellulosa proviene dal riciclo.
La carta presenta
caratteristiche diverse che la rendono un materiale molto usato, non solo negli
imballaggi.
È infatti al tempo stesso
fragile e resistente; morbida, filtrante, assorbente ecc.
La carta viene raccolta
separatamente e spesso sono gli stessi recuperatori a raccoglierla per avviarla
alla selezione. La selezione ordinaria è un processo meccanico, mentre quella
spinta viene fatta a mano, con operatori che prelevano ciascuno una tipologia
di carta e la depositano in contenitori separati. Alla selezione segue
l’adeguamento volumetrico, ossia la pressatura e legatura in balle della carta
selezionata. La carta da macero non è dunque tutta uguale ed il suo valore, sia
tecnico che economico, aumenta quanto più definita è la selezione per tipologia
e qualità. Il processo del riciclo inizia con uno “spappolatore” che trita e
trasforma tutto in poltiglia in vasche (maceratori) con l’aggiunta di acqua
calda (99% acqua e 1% fibra).
Questo impasto viene filtrato
per eliminare le impurità più grossolane e posto in un depuratore che separa la
pasta di cellulosa da altre scorie. Alla pasta proveniente dalla carta di recupero
può essere mescolata la cellulosa vergine, in quantità diverse secondo
l’utilizzo futuro. Se serve, la pasta di carta viene poi “sbiancata” per
eliminare gli inchiostri. Per fare i cartoni da imballaggio viene spalmata su
un nastro trasportatore e portata all’interno di una macchina che le dà la
forma di fogli. Pesanti rulli caldi comprimono i fogli per far uscire i residui
d’acqua. Il materiale asciutto è cartone pronto all’utilizzo e alla vendita.
Qualsiasi tipo di carta può essere prodotta al 100% con carta riciclata: dalla
carta per usi grafici alla carta da disegno o fotocopie, fino a quella per la
produzione di giornali. Anche gli scatoloni di cartone, il cartone ondulato, la
carta da pacchi e i vassoi per uova, frutta e verdura sono realizzati con carta
da riciclo. Quando la carta di fibra riciclata non ha più la consistenza
indispensabile per produrre altra carta, diventa un combustibile per produrre
energia con un buon potere calorifero, in quanto fibra derivante dal legno.
CURIOSITA’
Quasi il 90% dei quotidiani italiani è stampato su carta riciclata.
Quasi il 90% delle scatole per la vendita di pasta, calzature e altri prodotti
di uso comune sono realizzati in cartoncino riciclato. Con 3 scatole da scarpe
riciclate si può ottenere 1 cartelletta. Le foreste europee sono in costante
aumento perché L’Europa è all’avanguardia nella gestione forestale sostenibile.
La cellulosa vergine proviene da boschi appositamente piantati per produrre
legname i cui sottoprodotti vengono utilizzati per produrre carta. Ogni anno
l’incremento medio della superficie forestale europea è di 661.000 ettari, un
territorio grande 2 volte la Valle d’Aosta. Considerando la produzione mondiale
a base di legno, l’industria cartaria ne utilizza solo il 10%, il resto viene impiegato
in altri settori, come quello del mobile.
L’alluminio.
L’alluminio in natura è
estratto dalla bauxite, minerale molto comune (costituisce circa l’8% della
crosta terrestre).
L’alluminio ha buone
proprietà, è leggero ma resistente agli urti, durevole, atossico, a-magnetico,
resistente alla corrosione ed è per questo che il suo impiego spazia in
tantissimi settori: dall’edilizia all’ingegneria aeronautica, dal microchip al
veicolo spaziale, dall’automobile agli arredi, dalle linee elettriche esterne o
interrate, agli imballaggi. Gli imballaggi in alluminio garantiscono infatti
ottime prestazioni con minimo peso, si prestano ad ogni tipo di
personalizzazione e di informazione ed inoltre permettono un ottimo effetto
barriera che protegge il contenuto da luce, aria, umidità. Queste proprietà
permettono lunghi periodi di conservazione senza far perdere la qualità ai
prodotti.
Gli imballaggi in alluminio
possono essere riciclati molte volte, determinando così un rilevante risparmio
in termini di energia.
Gli imballaggi di alluminio
arrivano all’impianto di separazione e di primo trattamento dove, grazie ad un
particolare separatore, vengono divisi da eventuali metalli magnetici come il
ferro, o da altri materiali come il vetro, la plastica, ecc... Sono poi pressati
in balle e portati alle fonderie, dove, dopo un controllo sulla qualità del
materiale, vengono pretrattati a circa 500° per liberarli da altre sostanze
estranee. La fusione avviene poi in forno alla temperatura di 800°, fino a
ottenere alluminio liquido che viene trasformato in lingotto. L’alluminio
riciclato da questo processo è di qualità identica a quella originale e viene
impiegato in edilizia, nella meccanica e nei casalinghi, oltre che nel settore
degli imballaggi. Riciclare l’alluminio consente di risparmiare il 95%
dell’energia necessaria per produrlo dal minerale. Circa la metà della
produzione mondiale di acciaio viene da riciclo.
CURIOSITA’
Occorrono 640 lattine per fare un cerchione per auto. - Con 150
lattine si può realizzare una bici da competizione. - Con 3 lattine si realizza
un paio di occhiali. - Dal riciclo di 800 lattine per bevande si ottiene una
city-bike. - Bastano 37 lattine per fare una moka da 3 tazze e che quasi tutte
le moka prodotte in Italia, circa 7 milioni di pezzi all’anno, sono di
alluminio riciclato. - 640 lattine possono servire per fare 1 cerchione per
auto. - Con 130 lattine si fa un monopattino.
La
frazione organica.
Il rifiuto umido, o frazione
organica del rifiuto solido urbano (FORSU), è costituito da scarti alimentari e
di cucina e altri rifiuti facilmente biodegradabili, quali fondi di caffè,
trucioli di legno, tappi di sughero, fiori e foglie secche ecc. La frazione
organica rappresenta circa un terzo dei rifiuti domestici ed è molto importante
raccoglierla separatamente perché: 1-può essere avviata a riciclo così da
produrre compost 2- rende più facilmente riciclabili gli altri rifiuti 3-
diminuisce la frazione indifferenziata dei rifiuti La seconda vita La frazione
organica dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata o i residui
organici delle attività agro-industriali sono trasformati in ammendante
compostato noto come "Compost di qualità", tramite il processo di
compostaggio. Il compostaggio è una tecnica attraverso la quale viene
controllato, accelerato e migliorato il processo naturale a cui va incontro
qualsiasi sostanza organica per effetto della flora microbica naturalmente
presente nell'ambiente.
Si tratta di un processo
aerobico di decomposizione biologica della sostanza organica che avviene in
condizioni controllate e che permette di ottenere un prodotto biologicamente
stabile in cui la componente organica presenta un elevato grado di evoluzione;
la ricchezza in humus, in flora microbica attiva e in microelementi fa del
compost un ottimo prodotto, adatto ai più svariati impieghi in agricoltura o
nelle attività di florovivaismo. La frazione organica che deriva dal
trattamento dei rifiuti indifferenziati viene avviata a sistemi di trattamento
meccanico-biologico per la produzione della Frazione Organica Stabilizzata
(FOS) da impiegare in usi diversi non agricoli, quali l'impiego per attività
paesaggistiche e di ripristino ambientale (es. recupero di ex cave), o per la
copertura giornaliera delle discariche.
I
rifiuti indifferenziati.
In questa frazione dei rifiuti
solidi urbani rientrano tutti quei rifiuti che non possono essere raccolti in
maniera differenziata per avviarli al riciclo! Sono rifiuti indifferenziati ad
esempio gli spazzolini da denti, la lettiera del gatto, i cocci di ceramica o i
mozziconi di sigaretta. Anche questa frazione viene trattata prima di essere
definitivamente smaltita; i rifiuti indifferenziati sono infatti sottoposti ad un
processo di selezione che ha la funzione di separare la parte ad alto potere
combustibile (il cosiddetto CCS) dalla frazione umida del rifiuto
indifferenziato e dai materiali recuperabili, quali quelli ferrosi. Il CSS è
utilizzato per produrre energia in impianti dedicati (i termovalorizzatori)
mentre la frazione umida viene stabilizzata (FOS) ed utilizzata per la
copertura delle discariche o in attività di recupero ambientale. In questo modo
si attua il processo di RECUPERO. I rifiuti non recuperabili in altro modo sono
destinati allo SMALTIMENTO in DISCARICA, dopo essere stati sottoposti ad un
processo di STABILIZZAZIONE.
Altre
tipologie di rifiuti.
Tra i rifiuti urbani, oltre
agli imballaggi, la frazione organica ed i rifiuti indifferenziati, possono esserci
altre tipologie che è bene conoscere per sapere come vanno smaltiti. In
particolare, si distinguono i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed
Elettroniche – RAEE; gli oli usati, minerali e vegetali, gli pneumatici e gli
ingombranti. Una particolare tipologia è costituita dai RIFIUTI URBANI
PERICOLOSI in cui rientrano le pile e batterie usate ed i farmaci scaduti.
Oli
vegetali usati.
Sono tutti gli oli vegetali di
origine alimentare (olio di frittura ad esempio) che una volta utilizzato deve
essere smaltito correttamente per non creare inquinamento. Se è invece raccolto
correttamente può essere recuperato e destinato alla produzione di grassi e
saponi. Gli oli alimentari esausti sono inviati a ditte specializzate nel
recupero di tali materiali.
L’olio vegetale dopo una prima
lavorazione che elimina tutte le impurità può essere trasformato in additivo
per il gasolio (biodisel), in glicerina da utilizzare nell’industria dei saponi
e dei cosmetici oppure in lubrificante a base vegetale.
La nostra scuola ha aderito
all’iniziativa “Olimpiadi” promossa da una società di recupero rifiuti (Papa
Ecologia) e patrocinata dal Comune di Macerata Campania.
L’iniziativa consiste
nell’istituzione di un punto di raccolta degli oli esausti presso la nostra
scuola. Gli alunni potranno portare presso tale punto gli oli prodotti a casa
(ma anche quelli prodotti a casa di nonna, di zia e/o di altri parenti e amici!).
Chi raccoglierà e, quindi, conferirà la maggiore quantità di olio esausto sarà
premiato.
·
Al primo classificato andrà un
buono di 30€ da spendere presso un supermercato o in cartolibreria
·
Al secondo classificato un
buono da 20€
·
Al terzo un buono da 10€
Quanto impiegano i rifiuti a degradarsi?
Dall’osservazione di questa tabella risulta
evidente il motivo per cui NON si abbandonano i rifiuti nell’ambiente!
La Raccolta Differenziata (RD) nel nostro
comune
L’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR) della
Regione Campania pubblica annualmente i dati della raccolta differenziata in
tutti i comuni della regione.
Abbiamo analizzato quelli relativi al comune
di Macerata Campania e ai comuni limitrofi (dati raccolta differenziata - anno
2018) e, successivamente, messo in grafico le percentuali di RD.
La linea nera sul grafico rappresenta
l’obiettivo del 65% che secondo la normativa doveva essere raggiunto nel 2012.
Dal grafico si evince che il comune di Macerata
C. è bel al di sotto l’obiettivo normativo, così come Portico ed altri comuni.
Solo Capodrise, Marcianise e Recale superano
il 65% di RD.
Possiamo fare ancora qualcosa per ridurre i nostri rifiuti e per tutelare l’ambiente...?
· NON disperdiamo nell’ambiente i nostri rifiuti
(anche la carta di una caramella inquina!)
·
Scegliamo prodotti con meno imballaggi
·
Usiamo stoviglie riutilizzabili
·
Beviamo acqua del rubinetto
·
Acquistiamo detersivi alla spina o ricariche
·
Preferiamo il vuoto a perdere
·
Utilizziamo borse in stoffa per la spesa
·
Utilizziamo batterie ricaricabili
·
Scambiamo libri e giochi invece di buttarli
via
·
Regaliamo i vestiti che non vanno più bene
· Facciamo sempre la raccolta differenziata:
separiamo correttamente e riduciamo il volume dei rifiuti
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