lunedì 20 aprile 2020


DIARIO DI UNA QUARANTENA - GIORNO 44




16 aprile 2020

Caro diario,
è da un po' che non ti scrivo. Oggi è il compleanno di una mia cara amica, Francesca. Noi della classe insieme alla nostra insegnante Pitocchelli abbiamo deciso di organizzarle una piccola festa di compleanno nella videolezione di italiano. Si, adesso ci possiamo vedere solo tramite uno schermo. È da più di un mese che ci ritroviamo immersi in questa terribile situazione. Come già ti ho detto svariate volte, siamo tutti in quarantena. Possono uscire di casa solo i nostri genitori per andare a fare la spesa o per lavoro. Noi ragazzi dobbiamo rimanere nelle nostre abitazioni e non possiamo incontrarci e guardarci negli occhi. A tutti manca questo. Tutti ci sentiamo in trappola, chiusi in una scatola sperando che qualcuno la apra al più presto. Sicuramente abbiamo dei passatempi ma non è come prima. E non sarà mai più come prima, perché questa esperienza ci sta cambiando. Quando decideremo di uscire, quando tutto questo sarà finito, non lo daremo per scontato ma penseremo: “Quanto sono fortunata, posso uscire!”
A volte penso…se noi siamo sfortunati e siamo tristi, le persone che hanno i loro cari in ospedale e non possono nemmeno dare loro l’ultimo addio come si sentono? Non riesco nemmeno a pensarci.
La nostra classe, come tutte del resto, non ne ha passate sempre delle belle. Non siamo la classe più unita e più bella di tutte, ma siamo la terza A e lo saremo per sempre. Questa situazione non ci permette nemmeno di trascorrere gli ultimi mesi in cui possiamo stare insieme. Non ci permette di vivere a pieno questo percorso, che è stato bellissimo, ma se avessimo avuto la possibilità di concluderlo come si deve, sarebbe stato incredibile! Quante cose ci sono state private. Dalle cose più divertenti come la gita di cinque giorni, ai semplici abbracci e le chiacchierate che ci fanno sentire meglio, ci fanno sentire vivi.
Guardare negli occhi il tuo compagno, il tuo insegnane era così bello! Ricordo gli sguardi dei professori. Quelli delle interrogazioni, quando con i loro occhi ti travolgono e ti spingono a continuare e poi … i miei preferiti, quelli che sanno darti conforto, che ti fanno sentire bene quando tutto sembra che vada storto. Tutto questo mi manca.
Ecco, come al solito mi sono un po' dilungata! Ti ho scritto per raccontarti altro…oggi è il compleanno della mia amica Francesca e le organizziamo una festa un po' particolare. I piccoli gesti sono importanti in situazioni come queste. Francesca è molto sensibile e, come tutti noi, in questo momento si sente disorientata. Mi auguro che il nostro gesto d’affetto nei suoi confronti possa essere per lei la luce del sole, la passeggiata che non può fare.
Ricordo che qualche anno fa il giorno di Pasqua sembrava una giornata di pieno inverno, invece quest’anno che non possiamo uscire c’è stato un sole più bello di una giornata di agosto. Ma non è questo l’importante. Quello che davvero conta è che tutti stiamo bene, cosa che sembra un po' difficile da quanto si vede ai telegiornali.
Se dovessi trovare un aggettivo per descrivere Francesca…direi particolare. È una ragazza che può passare inosservata, ma la verità e che lei nasconde dietro la sua corazza di originalità e stravaganza una forte sensibilità se le parli può insegnarti tante cose. Tutti possono insegnarti qualcosa. E noi, in questi tre anni, abbiamo imparato davvero tanto.
Ora devo andare, la videolezione sta per iniziare e corro a fare gli auguri alla mia compagna.

la tua Miriam

mercoledì 15 aprile 2020

DIARIO DI UNA QUARANTENA - GIORNO 43


Caro diario,
oggi ti vorrei parlare di un argomento molto bello: l’amicizia.
L’amicizia è un sentimento che nasce tra due o più persone, ma per me è molto più di questo. Per me l’amicizia è una cosa bellissima, perché sapere che c’è una persona al tuo fianco che ti vuole bene è davvero una sensazione splendida. Per me un amico è colui che c’è sempre per te, che è sempre pronto ad allungarti la mano se tu ne hai bisogno. Un amico è colui che è sempre sincero con te, che difende il tuo nome in tua assenza. Per me amicizia significa esserci sempre per l’altro, restare nei momenti bui, volersi bene a vicenda, perché l’amicizia è un sentimento reciproco. Secondo Cicerone alla base di un’amicizia ci deve essere fiducia, ed io concordo pienamente con lui.  Per dimostrare ad un amico il bene che gli si vuole non c’è bisogno di comprare regali costosi, perché secondo me, è meglio un abbraccio sincero. I veri amici non si vedono sempre dai baci e dagli abbracci, perché possono essere abbracci o baci sinceri come falsi. I veri amici si notano nelle situazioni più complicate, perché ci sarà chi sarà pronto a scappare e chi pronto a tenderti la mano. I veri amici sono come le stelle, non sempre le vedi ma sai che ci sono. Insomma, come si dice, “chi trova un amico trova un tesoro”.  Ultimamente, però, la situazione è un po’ cambiata, a causa del Coronavirus. Per far sì che questo virus non si diffonda più siamo tutti costretti a stare in quarantena. Per questo, non potendo uscire, non possiamo vedere più i nostri amici. Ormai ci vediamo solo in videochiamata e ci sentiamo solo tramite messaggi. I miei amici mi mancano molto, mi manca abbracciarli, sentire le loro voci dal vivo, guardarli negli occhi.
Però, caro diario, grazie a questa quarantena ho capito che la routine che vivevo prima non era così scontata come sembrava. Mi mancano i miei amici, andare a scuola… ma so che quando tutto questo finirà e ritornerò a fare le cose che facevo prima darò molto più peso ad esse.
Ora devo andare, alla prossima caro diario! ☺.

Sabrina Polvere

venerdì 3 aprile 2020

DIARIO DI UNA QUARANTENA - GIORNO 30



Caro diario,
Giorno 30. È già un mese che siamo rinchiusi in casa e la cosa che più ci manca è la libertà che avevamo una volta. Prima di questa pandemia non pensavamo che la scuola ci potesse mancare così tanto, ma in questi ultimi giorni si è dimostrato il contrario. Facendo le videolezioni ci stiamo rendendo conto che ci mancano un sacco i nostri professori e i nostri compagni, con i quali in questi ultimi tre anni abbiamo condiviso numerose esperienze … perché dobbiamo fermarci così? Queste saranno le ultime settimane che staremo insieme e poi ognuno prenderà la sua strada e questa pandemia ci ha tolto un pezzo della nostra vita.
In questi giorni di quarantena ci stiamo annoiando a morte, gli unici momenti che per noi sono "felici" sono quando facciamo le videolezioni perché in quell'oretta possiamo rivivere le sensazioni di un tempo, anche stando lontani. Sappiamo anche noi che l'Italia sta affrontando un brutto periodo, per cui è importante stare a casa per poi riabbracciarci in futuro e rivivere giornate come le trascorrevamo prima, giocando a calcio oppure scherzando e divertendoci con i nostri amici di sempre.
Se facciamo tutti quello che ci viene chiesto di fare (e la cosa non è difficile, alcuni post sui social ironizzano sul fatto che ai nostri nonni fu chiesto di andare in guerra, noi dobbiamo semplicemente starcene buoni sul divano!) potremo ritornare a scuola e incontrare nuovamente i nostri amati amici e professori.
E poi, cerchiamo di vedere in ogni cosa il lato positivo, stando a casa ci godiamo un po' i nostri genitori che di solito vediamo poco e poi, nel mondo grazie a questo virus l'inquinamento e lo smog si sono ridotti drasticamente.
Ora dobbiamo lasciarti, è stato bello parlare con te. Ciao, ci vediamo domani.

Emilio, Davide, Luigi

giovedì 2 aprile 2020


DIARIO DI UNA QUARANTENA – GIORNO 29


Caro diario,
siamo arrivati anche al ventinovesimo giorno di quarantena. È quasi un mese che siamo lontani dalla quotidianità di una volta, quando potevamo uscire di casa, vedere i nostri amici, i nostri cari ma, soprattutto, quando potevamo sentire l’odore della libertà e il calore delle persone a cui tanto teniamo. Non avremmo mai pensato di stare così tanto tempo a casa, lontani da tutto e da tutti. Tuttavia, lo stiamo facendo per una giusta causa. Stiamo parlando di un’intera popolazione che può essere in pericolo se non rispettiamo le regole che sono state emanate dal governo.
Siamo tutti angosciati e stanchi di vedere intorno a noi solo le mura di casa, non poter uscire dalle nostre abitazioni ci opprime. Tutto il mondo sta vivendo questo problema. Ci rendiamo conto però, che non possiamo pensare solo a quello che ora non possiamo più fare. Questo periodo deve essere considerato una pausa, un modo per riflettere sulle nostre azioni, le nostre scelte e per crescere. Dobbiamo essere solidali nei confronti di tutti e dobbiamo restare a casa per non far del male a noi stessi e ai nostri cari.
Questo è uno dei momenti in cui la storia ci dimostra la sua ciclicità e il modo in cui l’uomo deve sbagliare e affrontare questo tipo di situazioni per imparare cose nuove, per migliorarsi e per migliorare la nostra grande comunità. Proprio così, ci rialzeremo tutti più forti di prima, più forti di sempre.
Tutto finisce, così come anche i momenti brutti come questi, quando tutto sembra non avere un ordine e non riusciamo a gestire questa situazione semplicemente perché non eravamo preparati per questa battaglia. Questo momento deve servirci per apprezzare maggiormente le cose che abbiamo e, forse,  pian piano ci stiamo riuscendo.
Le giornate sono monotone, è come fare una collezione di libri tutti uguali. Che senso ha leggere lo stesso libro? Non abbiamo più quelle emozioni, quei momenti che ci cambiavano la giornata rendendocela diversa. Quando la sera ti rilassavi e pensavi ai tuoi errori, alle tue buone azioni e a momenti che avevano reso la tua giornata più particolare. La particolarità, la diversità ci manca.
Ci viene in mente la poesia “Sereno” di Giuseppe Ungaretti. La frase “dopo tanta nebbia a una a una di svelano le stelle” può essere perfettamente associata a questo momento così difficile. Dopo tanta paura e tanta difficoltà ritorneremo ad essere felici e di questo momento resterà solo il ricordo di un ostacolo superato con coraggio grazie al contributo di tutti perché, anche se siamo distanti, i nostri cuori sono vicini e combatto assieme.
Ora dobbiamo lasciarti amico nostro, è sempre utile parlare con te la sera. Ci rivediamo presto.


Miriam, Mariangela, Francesca, Luigi, Daniele

mercoledì 1 aprile 2020


DIARIO DI UNA QUARANTENA – GIORNO 28




Caro diario,
oggi sono 28 giorni che viviamo in quarantena e in questo periodo si parla solo di mascherine, COVID-19, contagi…
Ci scoppia la testa! Siamo molto tristi perché è un mese che siamo totalmente chiusi in casa.
Non abbiamo la possibilità di incontrare i nostri amici, parenti e ci sentiamo vuoti dentro. Tutto questo non sappiamo quando e se finirà, ma una cosa è certa: stanno morendo tantissime persone.
Speriamo che tutto finisca presto. Questo “#restiamoacasa” ci sta sfinendo e ripetere sempre le stesse azioni non fa che stressarci ancora di più.
Durante il pomeriggio, anche la pioggia ha vietato quella piccola possibilità di uscire all’aperto, nel cortile, a giocare a pallone o affacciarci sul balcone ad osservare il sole. Cerchiamo di guardare qualcosa alla TV, ma di interessante c’è solo il telegiornale, che parla di questo periodo: morti; contagi; guariti…e per questo che ci siamo riuniti in Meet ed abbiamo deciso di scriverti!
Ci mancano molte cose e ogni giorno non facciamo che pensarci, guardando dritto il cielo di mattina, appena svegli, o nel pomeriggio, dietro i vetri trasparenti della finestra, pensando sempre a quando finirà, a quando potremmo abbracciarci di nuovo, senza dover stare distanti di un metro gli uni dagli altri, a quando potremmo ripercorrere quelle strade dove tanto abbiamo camminato prima, di nuovo, a fare feste e divertirci, tutti insieme.
In un mese, rinchiusi in casa, la nostra vita è cambiata completamente, prima ci alzavamo presto per andare a scuola, facevamo attività fisica, incontravamo i nostri amici…
Ma ora è tutto diverso, ci svegliamo già annoiati, sapendo quanto poco potremo fare durante la giornata.
Una cosa è certa: la scuola, gli insegnanti, i nostri compagni, sono le prime persone che vogliamo incontrare dopo questa quarantena. È il nostro più grande desiderio e speriamo che tornare tra i banchi di scuola si possa realizzare il prima possibile, per poter riabbracciare le persone che tanto ci mancano.
Ora ti devo lasciare, ci rivediamo domani.

Francesca, Simone, Antonio, Mattia, Luisa