giovedì 2 aprile 2020


DIARIO DI UNA QUARANTENA – GIORNO 29


Caro diario,
siamo arrivati anche al ventinovesimo giorno di quarantena. È quasi un mese che siamo lontani dalla quotidianità di una volta, quando potevamo uscire di casa, vedere i nostri amici, i nostri cari ma, soprattutto, quando potevamo sentire l’odore della libertà e il calore delle persone a cui tanto teniamo. Non avremmo mai pensato di stare così tanto tempo a casa, lontani da tutto e da tutti. Tuttavia, lo stiamo facendo per una giusta causa. Stiamo parlando di un’intera popolazione che può essere in pericolo se non rispettiamo le regole che sono state emanate dal governo.
Siamo tutti angosciati e stanchi di vedere intorno a noi solo le mura di casa, non poter uscire dalle nostre abitazioni ci opprime. Tutto il mondo sta vivendo questo problema. Ci rendiamo conto però, che non possiamo pensare solo a quello che ora non possiamo più fare. Questo periodo deve essere considerato una pausa, un modo per riflettere sulle nostre azioni, le nostre scelte e per crescere. Dobbiamo essere solidali nei confronti di tutti e dobbiamo restare a casa per non far del male a noi stessi e ai nostri cari.
Questo è uno dei momenti in cui la storia ci dimostra la sua ciclicità e il modo in cui l’uomo deve sbagliare e affrontare questo tipo di situazioni per imparare cose nuove, per migliorarsi e per migliorare la nostra grande comunità. Proprio così, ci rialzeremo tutti più forti di prima, più forti di sempre.
Tutto finisce, così come anche i momenti brutti come questi, quando tutto sembra non avere un ordine e non riusciamo a gestire questa situazione semplicemente perché non eravamo preparati per questa battaglia. Questo momento deve servirci per apprezzare maggiormente le cose che abbiamo e, forse,  pian piano ci stiamo riuscendo.
Le giornate sono monotone, è come fare una collezione di libri tutti uguali. Che senso ha leggere lo stesso libro? Non abbiamo più quelle emozioni, quei momenti che ci cambiavano la giornata rendendocela diversa. Quando la sera ti rilassavi e pensavi ai tuoi errori, alle tue buone azioni e a momenti che avevano reso la tua giornata più particolare. La particolarità, la diversità ci manca.
Ci viene in mente la poesia “Sereno” di Giuseppe Ungaretti. La frase “dopo tanta nebbia a una a una di svelano le stelle” può essere perfettamente associata a questo momento così difficile. Dopo tanta paura e tanta difficoltà ritorneremo ad essere felici e di questo momento resterà solo il ricordo di un ostacolo superato con coraggio grazie al contributo di tutti perché, anche se siamo distanti, i nostri cuori sono vicini e combatto assieme.
Ora dobbiamo lasciarti amico nostro, è sempre utile parlare con te la sera. Ci rivediamo presto.


Miriam, Mariangela, Francesca, Luigi, Daniele

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