PROF. IN
QUARANTENA
3..2...1… parte il countdown per ultimo giorno di scuola…
No! Quest’anno il conto alla rovescia per l’ultima campanella non ci sarà,
perché la campanella la signora Rosanna ha smesso di suonarla da un pezzo.
Abbiamo abbandonato l’edificio scolastico il 5 marzo, sono passati esattamente
93 giorni. Tante le definizioni che si sono susseguite: lockdown, quarantena,
fase 1, fase 2 … ma ora siamo finalmente tornati alla nostra vita di sempre?
Per niente! Nonostante le istituzioni vogliono farci credere il contrario,
perchè fino a quando non si potrà tornare “fisicamente” a scuola non ci sarà
“realmente” scuola.
Il giro di parole può risultare infelice, ma fa capire
appieno l’importanza del vivere la
scuola in presenza, la condivisione, la collaborazione, la solidarietà, la
partecipazione, gli elementi che fanno della scuola un luogo di formazione
culturale e morale.
Non tutte queste varianti si verificano a distanza, o
almeno, non nel modo che noi vorremmo. Eppure ce l’abbiamo messa tutta, la
nostra Dirigente con la sua grinta e caparbietà ci ha spronato a non mollare
mai, a sperimentare nuove metodologie e forme di apprendimento e grazie
all’instancabile assistenza del prof.re De Simone, abbiamo realizzato tanto, senza
farci mai trovare impreparati alle richieste che giungevano dal Ministero.
Come insegnante spero tanto che di questo periodo - come per
la didattica in presenza - ricorderete non solo la noia di una lezione di
grammatica, ma anche il divertimento di un lavoro di gruppo nel creare un
viaggio virtuale, l’entusiasmo nei gruppi whatsapp per creare feste di
compleanno a sorpresa, la condivisione per la selezione dei testi per i nostri
podcast.
Nella Didattica a distanza avete vinto voi, si legge in
tanti post che girano sui social e lo ribadisco io in questo mio testo. Non
sono ipocrita, si sa bene che il messaggio non è arrivato a tutti gli alunni,
c’è chi è andato in tilt, chi ha fatto della distanza l’elemento per nascondere
la propria svogliatezza, ma anche chi - e sono tanti - ha capito bene le
lezioni di resilienza che abbiamo fatto attraverso la lettura e si è impegnato
a dare il meglio di sè, a rispettare regole DaD e consegne nei tempi, a
recepire ogni proposta didattica con lo stesso entusiasmo che aveva in
presenza.
Forse un giorno ripensando a questo periodo alla domanda
“Come hai superato lo stress psicologico della pandemia del 2020?” io
risponderò “grazie ai miei alunni!”. Proprio così, perché come insegnante, e
ancor prima come donna, moglie e mamma, ho avuto le stesse vostre paure,
insicurezze, dispiaceri, ma dovevo rimuoverle perché il mio scopo era quello di
dar forza a voi, di farvi sorridere e stare insieme, anche solo per pochi
minuti dietro uno schermo.
L’anno prossimo a settembre non ritroverò una parte di voi,
rimarrà quell’amaro in bocca di non aver salutato gli alunni delle terze così
come avrebbero meritato. Tuttavia, la verità è che forse non è necessario un
saluto, empaticamente l’incontro è avvenuto e farete per sempre parte dei miei
ricordi, come spero io dei vostri, per i sorrisi o per i rimproveri, questo
sarete voi a deciderlo ;-)
Così come abbiamo fatto per tutto il triennio, non posso
salutarvi diversamente che con un “dono” poetico. Mi fa piacere condividere con
voi e, soprattutto indirizzare a voi, questi versi del cantautore belga Jacques
Brel:
Vi auguro
sogni a non finire
e la
voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro
di amare ciò che si deve amare
e di
dimenticare ciò che si deve dimenticare
vi auguro
passioni
vi auguro
silenzi
vi auguro
il canto degli uccelli al risveglio
e le
risate dei bambini.
Vi auguro
di rispettare le differenze degli altri perché il merito e il valore di
ognuno
spesso è nascosto.
vi auguro
di resistere all’affondamento,
all’indifferenza,
alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro
di non rinunciare mai alla ricerca, all’avventura , alla vita,
all’amore,
perché la
vita è una magnifica avventura e niente e nessuno può farci
rinunciare
ad essa, senza intraprendere una dura battaglia.
Vi auguro
soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la
felicità
è il nostro vero destino.
Vi auguro buona vita, che le esperienze future possano
essere condizionate positivamente dal percorso scolastico che abbiamo condotto
insieme.
Prof.ssa Sara Pitocchelli
Grazie Prof.
RispondiEliminaBellissime e commoventi parole che condivido appieno!
È vero, grazie alla grinta e alla caparbietà della nostra D.S. siamo riusciti a portare a termine quest'anno scolastico a testa alta; ma è anche vero che senza la tua professionalità, la tua gentilezza e il tuo modo di fare didattica innovativa non saremmo mai riusciti nell'intento. Hai spronato tutti noi, hai creduto e dato fiducia, fin dal primo giorno di scuola, a questi stupendi e amorevoli alunni. Ci hai spinto a fare e ad osare sempre, senza timore.
Grazie di cuore Prof.
Grazie a voi miei piccoli grandi eroi!
Prof. De Simone