Quanto potere possono avere i sogni? Lo scopriamo nella novella dell’ottava giornata.
Giulia era una ragazza che amava la danza classica, passava ore ed ore a vedere video di famose ballerine che danzano come farfalle ma questo sogno si scontrava sempre con le sue realtà, quelle troppo pesanti: i suoi chili di troppo e una madre troppo ingombrante che cercava di proteggerla da quel sogno.
Un pomeriggio decise di provare ad entrare in una scuola di danza per chiedere delle informazioni, anche se sapeva già come sarebbe finita, ed ebbe ragione.
Giulia disse: “Salve, vorrei iscrivermi al corso di danza classica”
Insegnante: “Mi dispiace, non sei idonea”
Giulia: “Ok, grazie lo stesso, arrivederci!”
Quelle parole rimbombavano nella mente di Giulia ed erano pesanti come macigni. Tornò a casa, si buttò sul letto e si addormentò con gli occhi gonfi di lacrime e quelle parole che risuonavano continuamente nella testa. Tuttavia furono proprio quelle parole a farle fare il sogno più bello che avesse mai fatto: sognò di essere una ballerina in un teatro famoso e danzava davanti a tutti, con i suoi movimenti eleganti, leggeri e belli, mentre gli spettatori continuavano ad applaudirla. Quel sogno, però, durò poco e quando si risvegliò tutto ritornò alla normalità.
Corse giù in lacrime dalla madre che appena la vide le chiese: “Giulia, cos’hai?” E la ragazza rispose: “Perchè proprio a me? Perchè non mi hai fatta più magra?”
E la madre: “Ognuno di noi è perfetto a modo suo, abbiamo tutti i nostri difetti, e alcuni di essi si possono anche correggere se si vuole, naturalmente solo per se stessi e mai per piacere agli altri"
Giulia: “In che senso?” “Devi rinascere!” rispose la madre.
Giulia riflettè molto su quelle parole, così capì che doveva essere prima lei a voler cambiare. E così da quel giorno la sua vita cambiò. Cercò di modificare la sua alimentazione inserendo cibi sani, decise anche di allenarsi e qualche volta andare a fare delle passeggiate con le sue amiche.
Passarono un paio di mesi, fino a quando non si fece coraggio e rientrò in quella scuola in cui era stata rifiutata. “Salve, vorrei iscrivermi al corso di danza classica”.
L'insegnante la osservò a lungo e la riconobbe. “Certo, puoi iniziare anche domani”.
Giulia passava ore in quella sala da ballo, tornava a casa esausta, ma felice. Stava lì e provava, provava ma il suo sogno non si era avverato del tutto.
Un giorno la sua insegnante le chiese se avesse voluto partecipare ad un concorso fuori città, il premio sarebbe stato esibirsi con un ballerino famoso in uno spettacolo molto importante. Giulia, senza esitare un attimo, accettò.
La mattina della partenza venne a prenderla la sua insegnante. Giulia salutò la madre con le lacrime di felicità ma allo stesso tempo con una certa preoccupazione in viso.
“Giulia, comunque andrà, tu la tua vittoria l’hai avuta” cercò di rassicurarla la madre.
Giulia: “Non ancora, mamma!” E andò via.
Quando arrivò il momento dell’esibizione al provino, le gambe tremavano, aveva paura, ma nella sua mente iniziavano a scorrere le immagini di ciò che aveva passato: il dolore, la fatica in quella sala, e improvvisamente tutta la paura scomparve. Salì su quel palco e iniziò a ballare con movimenti belli, eleganti e perfetti. I giudici rimasero senza parole.
Passarono due settimane da quando aveva partecipato al provino e oramai tutta la sua speranza era svanita, fin quando sua madre non le portò una lettera.
“Giulia, c’è una lettera per te” le disse.
“Per me? Chi la manda?”
“Il teatro dove ti sei esibita”
“Aprila tu, io non ho il coraggio”
La madre esitò un po’ all'inizio, ma poi l’aprì: tra cento ragazze fu scelta lei, quella era la sua vittoria!
Giulia da quell'esperienza capì che a volte i sogni restano tali solo se non si seguono; quando si decide di inseguirli e farli avverare, ci si rende conto che da svegli sono ancora più belli!
Classe II C
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